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mercoledì 4 novembre 2020

Centro studi: Stalin il sanguinario.

 STALIN IL SANGUINARIO:







Cari lettori, oggi vorremo proporvi degli episodi molto interessanti sulla figura di Iosif Stalin, dittatore sovietico dal 1924 fino alla sua morte nel 1953. Molti storici contemporanei infettati purtroppo dal virus comunista, tentano di difendere la figura del dittatore sovietico elogiandolo come un Capo del proletariato, un rivoluzionario e un fervente sostenitore degli interessi degli operai e dei lavoratori. Secondo noi, niente di più sbagliato della loro propagandistica versione, in quanto sono venuti alla luce diversi retroscena che inchiodano la figura di Stalin come un criminale sanguinario senza nessuno scrupolo, tantomeno per le classi popolari. Mentre i più perdono tempo nel contestare ad Hitler la sola responsabilità dello scoppio della seconda guerra mondiale, noi scaviamo più a fondo delle apparenze e vi mostreremo un paio di aneddoti interessanti sulla personalità rivoltante e criminale del capo supremo del comunismo internazionale dal '24 al '53. Il primo episodio è il seguente: in una delle sue solite riunioni, Stalin ordinò che gli venisse portata una gallina: la prese e la strinse forte con una mano mentre con l'altra iniziò a spennarla. La gallina gemeva dal dolore e tentava di scappare in ogni modo senza riuscirci, la presa era troppo forte per lei. Stalin riuscì a toglierle tutte le piume senza grandi problemi e una volta terminato disse ai suoi aiutanti: "Adesso guardate cosa succede". Mise la gallina per terra e si allontanò da lei, andò a prendere del grano mentre i suoi collaboratori la osservavano meravigliati, mentre, dolorante e sanguinante, la gallina corse da lui (Stalin) che tirava delle manciate di grano per terra facendo il giro della stanza. Ad ogni passo di lui ne corrispondevano altrettanti della gallina straziata che non si allontanava. A questo punto Stalin si rivolse ai suoi aiutanti e disse: "Così -facilmente- si governano gli stupidi. Avete visto come la gallina mi seguiva nonostante tutto il dolore che gli ho procurato. La maggior parte dei popoli sono così, continuano a seguire i loro governanti e politici nonostante tutto il dolore che provochino, con il solo scopo di ricevere un regalo da niente, dopo che essi hanno perso tutto, o semplicemente un po di cibo per qualche giorno." 
A ciò si aggiunga un curioso, ma oltremodo significativo episodio, dalle parole di Jacques Doriot, in un articolo del 1944 su "Le Cri du Peuple": in occasione di una cena intima offerta da Stalin al ritorno della delegazione da Mosca ad alcuni personaggi di primo piano del Komintern -tra i quali Barbé, Mao, Ho Chi-Min e Roy, capo del partito comunista Indiano, Doriot, racconta, rimase già impressionato per il fatto che Stalin aveva sgozzato di sua mano una pecora, si sarebbe mostrato ancor più sfavorevolmente sorpreso per la risposta avuta alle sue rimostranze per una così barbara scena. Stalin, infatti, rivolto a Mao e Roy avrebbe pronunciato -e su questa circostanza quasi tutti gli storici concordano- queste parole: "Ah, gli Europei! sono davvero uno zero! Ma noi che siamo di un'altra pasta, noi asiatici, sappiamo bene quello che vogliamo".

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