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lunedì 23 novembre 2020

Centro studi: Il Balilla, fulgido esempio di coraggio e amor patrio.

 IL BALILLA, FULGIDO ESEMPIO DI CORAGGIO E AMOR PATRIO.







Il 5 dicembre 1746, nella Genova occupata dagli Austriaci, un reparto Austriaco stava trasportando un mortaio attraverso il quartiere Portroria, quando il mortaio rimase impantanato nel fango. Un ufficiale ordinò con arroganza ai popolani presenti di rimuoverlo dal fango e non ottenendo risposta arrivò ad usare la forza. All'ordine, tuttavia, rispose un ragazzo di appena 11 anni, Giovan Battista Perasso, conosciuto in seguito come "Balilla", che affrontò gli invasori con il lancio di una pietra, al grido di "Che l'inse?" cioè "Comincio io?" o "La comincio?", seguito poco dopo dalla folla che riunitasi intorno al mortaio mise in fuga il reparto Austriaco. Il giorno seguente alcuni soldati austriaci si presentarono nuovamente sul posto per rimuovere il mortaio, ma furono accolti da sassate e fucilate e furono costretti a fuggire nuovamente lasciando il mortaio in mano ai popolani. Il popolo quindi cominciò a farsi coraggio, riuscì a procurarsi le armi, a tirar su barricate e a rispondere agli spari degli invasori. La città fu liberata dagli austriaci il 10 dicembre. Balilla è il diminutivo di "balla" (Palla) e doveva essere un appellativo per i bambini molto comune nella lingua ligure di Genova. Abbiamo visto come questo fiero ometto a soli 11 anni sovrasti come una alta cima di una montagna lo squallore paludoso della gioventù qualunquista di questi ultimi tempi, Il Balilla è un esempio lampante dello spirito coraggioso della stirpe italica che ama la sacra terra di cui Dio gli ha fatto dono. Il giovane Balilla viene citato nella quarta strofa del "canto degli italiani" di Goffredo Mameli e nella canzone "Fischia il sasso", inoltre, le gesta del giovane Balilla ispirarono in seguito il nome dell'Opera Nazionale Balilla nata durante il Ventennio Fascista.      

giovedì 19 novembre 2020

Centro studi: Perché Hitler fu costretto ad invadere l'Unione Sovietica.

 PERCHE' HITLER FU COSTRETTO AD INVADERE L'UNIONE SOVIETICA?







Non tutti conoscono delle varie operazioni della seconda guerra mondiale l'"Operazione Groza" che in russo significa "tempesta", il piano organizzato da Stalin per sottomettere l'Europa e attaccare alle spalle la Germania Nazionalsocialista, come d'altronde si evince dai progetti che Stalin aveva per l'Europa. E' risaputo. Questa tesi è stata studiata e sostenuta anche in particolare da due storici russi: Viktor Suvorov (ex militare dell'armata rossa e membro dei servizi segreti sovietici) e Igor Bunich. La potenza militare Sovietica era ben superiore a quella Tedesca, arrivando a contare un totale di 300 divisioni, 8 milioni di soldati, 27.500 carri armati e 32.628 aeroplani; al momento dell'invasione Tedesca sul confine erano schierate 202 divisioni e oltre 7000 aerei messi in posizione offensiva, nessuna divisione invece era schierata sulla linea di difesa "Stalin". Ciò ci mostra come l'armata rossa non era in una posizione difensiva ma aveva già schierato le sue truppe pronte per l'assalto quando i tedeschi gli fecero perdere l'iniziativa con l'"Operazione Barbarossa", ma su questo punto ci ritorneremo a breve. Per comprendere meglio la vastità della produzione bellica sovietica cito direttamente le parole di Adolf Hitler a Mannerhein: "Se qualcuno mi avesse detto che uno Stato potesse schierare 35.000 carri armati avrei detto 'Lei è impazzito, vede tutto doppio o dieci volte, vede i fantasmi' Non lo ritenevamo possibile, abbiamo trovato delle fabbriche, in particolare quella di Kramatorska , la quale era fino a due anni fa un villaggio agricolo. Oggi sorge una fabbrica che in piena produzione impiega più di 60.000 lavoratori, Una singola fabbrica di carri armati! Una massa di lavoratori che vivono come animali". Dunque torniamo all'attacco Nazista contro l'Unione Sovietica del 22 giugno 1941 che fu in realtà l'inizio di una guerra preventiva. Che Stalin volesse aggredire la Germania per primo lo conferma egli stesso nel verbale di una sua dichiarazione del marzo dello stesso anno, pubblicata da "Investija" nel 1994. Sottolineato anche il fatto che le armate tedesche erano notevolmente inferiori, in numero e mezzi, rispetto a quelle dell'armata rossa tanto che l'operazione Barbarossa fu definita "Operazione Suicidio", sembra ampiamente dimostrato dalla documentazione emersa dagli archivi sovietici che la sola forza della disperazione spinse Hitler a sferrare l'attacco del 22 giugno in quelle condizioni di inferiorità numerica e di mezzi. Consapevole del fatto che lo stratagemma della blitzkrieg avrebbe avuto solo inizialmente gli effetti desiderati sul nemico, viste anche le enormi estensioni del territorio sovietico e il periodo notevolmente breve dell'estate russa, il Fuhrer, dopo il colpo assestato alle armate di Stalin, non ritenne prioritaria la conquista d Mosca dissuaso peraltro dal sopraggiungere dell'inverno e dallo strenuo comportamento delle truppe siberiane poste a difesa della capitale, e puntò direttamente sui pozzi petroliferi del Caucaso.(1)

Fonte: "Segreto Novecento" G.Pucciarelli, Capire Edizioni - ROMA  

 

mercoledì 4 novembre 2020

Centro studi: Stalin il sanguinario.

 STALIN IL SANGUINARIO:







Cari lettori, oggi vorremo proporvi degli episodi molto interessanti sulla figura di Iosif Stalin, dittatore sovietico dal 1924 fino alla sua morte nel 1953. Molti storici contemporanei infettati purtroppo dal virus comunista, tentano di difendere la figura del dittatore sovietico elogiandolo come un Capo del proletariato, un rivoluzionario e un fervente sostenitore degli interessi degli operai e dei lavoratori. Secondo noi, niente di più sbagliato della loro propagandistica versione, in quanto sono venuti alla luce diversi retroscena che inchiodano la figura di Stalin come un criminale sanguinario senza nessuno scrupolo, tantomeno per le classi popolari. Mentre i più perdono tempo nel contestare ad Hitler la sola responsabilità dello scoppio della seconda guerra mondiale, noi scaviamo più a fondo delle apparenze e vi mostreremo un paio di aneddoti interessanti sulla personalità rivoltante e criminale del capo supremo del comunismo internazionale dal '24 al '53. Il primo episodio è il seguente: in una delle sue solite riunioni, Stalin ordinò che gli venisse portata una gallina: la prese e la strinse forte con una mano mentre con l'altra iniziò a spennarla. La gallina gemeva dal dolore e tentava di scappare in ogni modo senza riuscirci, la presa era troppo forte per lei. Stalin riuscì a toglierle tutte le piume senza grandi problemi e una volta terminato disse ai suoi aiutanti: "Adesso guardate cosa succede". Mise la gallina per terra e si allontanò da lei, andò a prendere del grano mentre i suoi collaboratori la osservavano meravigliati, mentre, dolorante e sanguinante, la gallina corse da lui (Stalin) che tirava delle manciate di grano per terra facendo il giro della stanza. Ad ogni passo di lui ne corrispondevano altrettanti della gallina straziata che non si allontanava. A questo punto Stalin si rivolse ai suoi aiutanti e disse: "Così -facilmente- si governano gli stupidi. Avete visto come la gallina mi seguiva nonostante tutto il dolore che gli ho procurato. La maggior parte dei popoli sono così, continuano a seguire i loro governanti e politici nonostante tutto il dolore che provochino, con il solo scopo di ricevere un regalo da niente, dopo che essi hanno perso tutto, o semplicemente un po di cibo per qualche giorno." 
A ciò si aggiunga un curioso, ma oltremodo significativo episodio, dalle parole di Jacques Doriot, in un articolo del 1944 su "Le Cri du Peuple": in occasione di una cena intima offerta da Stalin al ritorno della delegazione da Mosca ad alcuni personaggi di primo piano del Komintern -tra i quali Barbé, Mao, Ho Chi-Min e Roy, capo del partito comunista Indiano, Doriot, racconta, rimase già impressionato per il fatto che Stalin aveva sgozzato di sua mano una pecora, si sarebbe mostrato ancor più sfavorevolmente sorpreso per la risposta avuta alle sue rimostranze per una così barbara scena. Stalin, infatti, rivolto a Mao e Roy avrebbe pronunciato -e su questa circostanza quasi tutti gli storici concordano- queste parole: "Ah, gli Europei! sono davvero uno zero! Ma noi che siamo di un'altra pasta, noi asiatici, sappiamo bene quello che vogliamo".

domenica 1 novembre 2020

Como, compra un panino a un immigrato senzatetto: lui la segue e la violenta in un parcheggio.

COMO, DONNA VIOLENTATA DA UN IMMIGRATO CON 4 PROVVEDIMENTI DI ESPULSIONE, MA PER IL GOVERNO LE PRIORITA' SONO ALTRE:




-La priorità del governo italiano.


L'autore del crimine è un nigeriano che dal 2016 ha ricevuto 4 provvedimenti di espulsione. La donna, violentata dal migrante senzatetto al quale poco prima, mossa da compassione, aveva comprato un panino. E' accaduto nella serata del 30 ottobre 2020. Una donna è entrata nel Carrefour di viale Giulio Cesare dove all'ingresso un uomo nigeriano di 31 anni le aveva chiesto un'offerta. La donna, mossa da compassione, ha acquistato per l'uomo un panino e lo ha donato, poi si è incamminata verso casa. Lungo il cammino si è accorta di essere seguita ma ormai era troppo tardi, l'uomo l'ha spinta contro una rete dopo averla costretta ad appartarsi con lui e l'ha violentata. L'aggressore è risultato essere un nigeriano di 31 anni in Italia senza fissa dimora e con precedenti penali per percosse e violazione delle norme sull'immigrazione. L'uomo è un ex richiedente asilo con permesso di soggiorno scaduto dal 2016. Aveva ricevuto 4 provvedimenti di espulsione. In queste ore drammatiche in cui si stanno scatenando forze maligne la tensione sale, molti atti come questo sono stati compiuti, come ancora ne stanno scaturendo in Francia, il caos regna sovrano, segnaliamo anche un episodio pesante nella zona di Roma Colli Albani dove un'immigrato, probabilmente in stato di agitazione ha devastato il parabrezza di 56 macchine, beccandosi gli insulti di tutto l'isolato, ma nessuno è intervenuto, così si vede nei video che hanno fatto il giro dei social. Naturalmente la maggior preoccupazione per le forze dell'ordine in questo momento è il covid e le rivolte sociali per fame, povertà e oppressione. Perciò, come abbiamo visto per i video delle manifestazioni di Milano e Firenze, si sentono legittimati a manganellare il cittadino italiano in qualsiasi momento, anche se solo per puro caso questo non porti la mascherina, mentre invece lo straniero ha il via libera di commettere reati e non essere per niente toccato da nessun istituzione.