ANCHE LA LEGA SI RENDE ALL'IMPERO DELLE BANCHE:
-Matteo Salvini e la Lega non sono poi così diversi dai loro colleghi del PD. |
Cari lettori, chiariamo subito: lungi da noi paragonare seriamente l'Unione Europea della burocrazia al Sacro Romano Impero (se non per curiose prossimità geografiche dei luoghi di potere), oppure un eurocrate come Mario Draghi a personaggi di rilievo storico come gli imperatori Federico Barbarossa e Federico II. In realtà neppure la Lega partito, non ha nulla da spartire con le due incarnazioni della Lega Lombarda, uomini prodi e fieri che sfidarono l'autorità imperiale pur di mantenere la loro autonomia.
Dopo anni di campagna elettorale basata sulla demonizzazione del leviatano di Bruxelles e con la consapevolezza, negli ultimi tempi, di avere i numeri per poter vincere le elezioni, Matteo Salvini ha dichiarato appoggio incondizionato alla presidenza (non eletta, è bene ricordarlo sempre) di Draghi, il fantoccio supremo del mondialismo finanziario e della globalizzazione mercatistica in Europa, adducendo alla criticità della situazione attuale e non paventando alcun tipo di incompatibilità nello stabilire le priorità del nostro paese. Se questa sia una contraddizione in piena regola, oppure uno smascheramento della Lega in quanto inutili idioti, o ancora peggio, raccoglitori del dissenso controllato, ai posteri l'ardua sentenza. Fatto sta che l'elettorato euroscettico è stato tradito (e moltissimi hanno votato Lega in quanto uno degli unici partiti che prendeva posizione contro l'euro) senza colpo ferire e la memoria di Pontida, nel nome e negli intenti del partito è stata infangata definitivamente, ecco qui l'inesorabile declino della Lega.
Nessun commento:
Posta un commento